Frequento diverse biblioteche e librerie da anni perché, più che scrivere, mi piace leggere.
Non leggo però in maniera che obiettivamente possa essere considerata “normale”, ma ossessivamente e a tratti freneticamente.
Un’ossessione che in fondo è una specie di malattia (o meglio a volte lo è davvero), una sorta di angoscioso e irrisolto dilemma di modi e finalità indefinite, un’insoddisfazione o, per usare una parola che mi piace molto, un’inquietudine. Continua a leggere
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